Da Svevo ad Hemingway, da Freud a Montale: i fumatori intellettuali

Home / Esperienza in Masseria / Da Svevo ad Hemingway, da Freud a Montale: i fumatori intellettuali
Da Svevo ad Hemingway, da Freud a Montale: i fumatori intellettuali

Guardando La Grande Bellezza di Sorrentino si resta colpiti dalla storia di Jep Gambardella, un napoletano trasferitosi a Roma da giovane. Un giornalista, un uomo colto, cinico dalla lingua tagliente.

«Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione.
Tutto il resto è delusione e fatica.
Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario.
Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte.
Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato, è un romanzo, nient’altro che una storia fittizia.
Lo dice Littré, lui non si sbaglia mai.
E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto.
Basta chiudere gli occhi, è dall’altra parte della vita»

Jep ricorda gli uomini di un tempo, uomini come Churchill, Kennedy, Freud ed Hemingway. Già tutti diversi, ma al tempo stesso affascinati da un oggetto comune: il sigaro.

 

L’antico accessorio maschile di lifestyle: il sigaro

Dalla letteratura al cinema, il sigaro e il tabacco hanno etichettato quelli che nella storia possiamo definire fumatori intellettuali.

Catturati da questo antico accessorio di lifestyle, lo stringevano tra le dita, pensavano, scrivevano, viaggiavano. Un oggetto che viene da lontano e che rappresenta una vera e propria arte, simbolo di classe, eleganza e stile di un gentleman di altri tempi.

Una gran bevuta di fumo, così erano soliti definire il sigaro nel 1600.  In una lettera, infatti, J. von Russdorf, racconta della nuova moda che intorno al 1627 si stava diffondendo e che stava contagiando soprattutto gli uomini.

Nel corso del tempo si è spesso associato il fumo e il sigaro alla letteratura e alle arti in genere, una sorta di fumatore intellettuale era l’uomo che amava il sigaro, tanto che nella seconda metà dell’Ottocento, fumare rappresentava un elemento distintivo dell’immagine che l’artista.

Svevo, Baudelaire, Montale, scrittori che hanno composto le loro opere più celebri tenendo in mano, chi una sigaretta, chi una pipa, chi un sigaro.

Questi autori, hanno trascurato all’epoca il lato realistico-nocivo del tabacco, piuttosto ci hanno lasciato in eredità il concetto di fumo come elemento simbolico e hanno regalato al nostro presente atmosfere suggestive che possiamo leggere ancora oggi.